ANUKALANA YOGA 

la via della fluidità e della morbidezza

 

il lunedì h: 17 

il lunedì h: 18,30

 

Anukalana yoga è un modo di praticare lo yoga e la meditazione pienamente naturale

Anukalana mette al centro la persona, rispetta la costituzione individuale modellandosi sulle caratteristiche fisiche e mentali del praticante

E' un approccio allo yoga che aderisce alla Tradizione dando spazio all'innovazione ed allo stile di vita contemporaneo

 

Fluidità, morbidezza, dinamismo rilassato, assenza di sforzo e rilassamento spontaneo sono i tratti distintivi della pratica Anukalana

 

Ogni lezione di Anukalana Yoga è un'esplorazione che apre la scoperta di varie possibilità di movimento, allungamento, allineamento ed apertura e permette di sentire il corpo vitale ed integro e la mente calma e centrata.

  

INSIDE FLOW

il venerdì h: 18,30

 

🌟 Inside Flow è una nuova, rivoluzionaria evoluzione del Vinyasa Yoga in cui la sequenza delle asana è perfettamente inserita sul tempo della musica.

 

🎶 La musica non è considerata un sottofondo alla pratica ma diventa il catalizzatore di un'esperienza unica in un cui respiro e movimento si fondono in armonia con le note ed il contenuto emozionale di una specifica canzone.

 

🩰 Praticare Inside Flow è imparare a fluire con leggerezza nel cambiamento, ricercare continuamente un nuovo equilibrio, trovando forme ed espressioni di sé sempre nuove.

COME COMINCIARE:

puoi partecipare gratuitamente ad una lezione di prova! Scegli giorno ed orario e prenota la tua presenza sul tappetino 

wapp: Shivani 335 53 814 53


ANUKALANA VINYASA YOGA (fluido)

Ogni lunedì alle 17

 

Classe di Yoga in piccolo gruppo per chi si approccia per la prima volta a questa disciplina.

 

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ANUKALANA VINYASA YOGA (fluido e dinamico)

Ogni lunedì alle 18,30

 

Classe di Yoga che predilige il movimento ed il flusso rispetto alla staticità. Il passaggio da un'asana all'altra sincronizzato al respiro  rende la pratica vigorosa, dinamica e scorrevole.

 

 

  

 

  

 

 

ANUKALANA YOGA Relax

Ogni venerdì alle 18,30

 

Classe di Yoga dolce e riequilibrante, per calmare la mente a fine giornata ed allentare le tensioni fisiche e la fatica.

 

 

  

 

 


Per approfondire:

 

Introduzione allo Yoga

  

Lo Yoga fa uso di tecniche legate al perfezionamento della struttura corporea, quali posture (Asana), gesti (Mudra), contrazioni (Bhanda), tecniche di purificazione (Satkarman) e tecniche legate all'estensione dell'energia attraverso il controllo del flusso del respiro (Pranayama). Lo Yoga agisce attraverso questi elementi direttamente sul Pranayama-kosha (corpo energetico) influenzandone le correnti positive e negative. Queste, unendosi nel canale centrale detto Susumna (corrispondente alla spina dorsale) risvegliano l'energia Kundalini, la quale, risalendo al suo interno e stimolando ad uno ad uno tutti i centri di energia (chakra), risveglia le potenzialità nascoste dell'uomo (Siddhi), fino ad arrivare al centro più importante situato nell'area del cervello (Sahasrara chakra). Il risveglio del settimo chakra (Sahasrara, Loto dei mille petali), provoca il perfetto equilibrio e la liberazione suprema. Il primo chakra (Muladhara, Radice) è congiunto (yoga) al chakra della corona (settimo).

Il percorso che progressivamente porta a conquistare questa condizione finale di totale beatitudine è costituito dall'ashtanga-yoga, lo "yoga dalle otto membra".
Si tratta di un cammino a otto tappe che prescrive norme di comportamento e tecniche psicofisiche mediante le quali lo yogin procede nella sua ascesa spirituale e sperimenta in maniera sempre più sottile la pratica di ekagrata: la "concentrazione su un solo punto".
Gli otto livelli dell'ashtanga-yoga sono , nell'ordine:

 

1) Yama, "astensioni": astenersi dalla violenza, dalla bugia, dal furto, dall'attività      sessuale, dal possesso delle cose.

2) Niyama, "osservanze": purificazione ( mentale e fisica ), contentezza, ascesi,    dedizione allo studio e alla preghiera, abbandono al Signore.

3) Asana, "posture": la postura nello yoga deve essere stabile ed agevole. Questo si  ottiene eliminando ogni sforzo e cercando di superare l?identificazione con il proprio  corpo.

4) Pranayama, "controllo del soffio vitale": il respiro deve diventare lungo e sottile e la  padronanza delle sue diverse fasi ( inspirazione, espirazione, ritenzione )  estremamente precisa e consapevole, dal momento che il respiro assoggettato influisce  sull'unintenzionalità del pensiero.

5) Pratyahara, "ritrazione dei sensi": i sensi cessano di esercitare la loro funzione  estroversa, e si unificano rivolti verso l'interno.

 

A questo punto lo yogin, raggiunto un primo stadio del processo di dissociazione dal mondo che lo circonda, può affrontare gli ultimi tre livelli dell'ashtanga yoga, che consistono in un ulteriore riduzione delle possibilità di distrazione attraverso l'affinarsi della percezione interiore. Considerati nel loro insieme essi prendono il nome di Samyama.

 

6) Dharana, "concentrazione": la mente fissa l?attenzione su un unico punto, che può  essere una parte del corpo come ad esempio la cavità del cuore , o un'immagine come  ad esempio il sole o una divinità, e cerca di mantenersi legata all'oggetto senza  discostarsene, tornandoci ogni volta che un pensiero estraneo insorga a distrarla.

7) Dhyana, "meditazione": il flusso dell'attenzione all'oggetto diviene costante e  uniforme, senza più increspature.

8) Samadhi, "estasi": la mente completamente svuotata di ogni contenuto si dissolve  nell' oggetto della meditazione, in un processo in cui soggetto, oggetto e conoscenza  dell'oggetto vengono a coincidere.

 

GLI ASANA DELLO HATHA YOGA

Le idee che stanno alla base di un qualsiasi asana sono:

  • gli asana non sono atti ginnici, nel senso comune occidentale
  • gli asana mirano all'allungamento dei muscoli e non al loro sviluppo
  • gli asana non devono essere raggiunti con atti di forza
  • un asana diventa tale solo quando viene abbinato alla giusta respirazione
  • un asana deve essere mantenuto più a lungo possibile
  • un asana deve essere mantenuto senza sforzo
  • un asana è tale solo quando è raggiunta la massima estensione possibile
  • un asana, nel momento del suo apprendimento, richiede una certa volontà di applicazione.

La parola Hatha significa anche "forza, volontà, sforzo" e perciò implica che ogni sua manifestazione, anche se apparentemente dolce, tranquilla e rilassante, in effetti non si sposa con la debolezza e l'inedia. I veri maestri di Hatha Yoga sono persone attivissime ed estremamente volitive e non lasciano spazio alcuno all'ozio, in quanto vero nemico dello yoga.

 

Una seduta di asana è in effetti un momento che noi dedichiamo a noi stessi, in cui cerchiamo di capire il nostro corpo e di instaurare con lui un vero e proprio dialogo mentale affinchè esso non si ribelli ai nostri desideri. In questo senso, gli asana non potranno mai essere violenti e "di forza" perchè, se così fosse, il corpo si ribellerebbe irrigidendosi e, in estremo, provocando danni a se stesso.

Ma pensare che il corpo debba essere trattato con estrema delicatezza, non richiedendogli nessun ulteriore impegno, oltre a quello comunemente fornitoci, significa renderlo padrone del gioco e quindi nemico di ogni progresso. Al che, vedendo la mancanza di un qualsiasi progresso, per noi gli asana diventerebbero un bel gioco che porterebbe alla noia in poco tempo.

Ecco quindi che, come in tutte le negoziazioni, anche con il corpo occorre arrivare a dei compromessi. Da una parte occorrerà farselo amico, dall'altra parte occorrerà dirigerlo guidando il gioco.