ANUKALANA YOGA
la via della fluidità e della morbidezza
orari da settembre
il lunedì h: 17
il lunedì h: 18,30
il venerdì h: 18,30
Anukalana yoga è un modo di praticare lo yoga e la meditazione pienamente naturale
Anukalana mette al centro la persona, rispetta la costituzione individuale modellandosi sulle caratteristiche fisiche e mentali del praticante
E' un approccio allo yoga che aderisce alla Tradizione dando spazio all'innovazione ed allo stile di vita contemporaneo
Fluidità, morbidezza, dinamismo rilassato, assenza di sforzo e rilassamento spontaneo sono i tratti distintivi della pratica Anukalana
Ogni lezione di Anukalana Yoga è un'esplorazione che apre la scoperta di varie possibilità di movimento, allungamento, allineamento ed apertura e permette di sentire il corpo vitale ed integro e la mente calma e centrata.
COME COMINCIARE:
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wapp: Shivani 335 53 814 53
ANUKALANA VINYASA YOGA (fluido)
Ogni lunedì alle 17
Classe di Yoga in piccolo gruppo per chi si approccia per la prima volta a questa disciplina.
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ANUKALANA VINYASA YOGA (fluido e dinamico)
Ogni lunedì alle 18,30
Classe di Yoga che predilige il movimento ed il flusso rispetto alla staticità. Il passaggio da un'asana all'altra sincronizzato al respiro rende la pratica vigorosa, dinamica e scorrevole.
ANUKALANA YOGA Relax
Ogni venerdì alle 18,30
Classe di Yoga dolce e riequilibrante, per calmare la mente a fine giornata ed allentare le tensioni fisiche e la fatica.
Lo Yoga fa uso di tecniche legate al perfezionamento della struttura corporea, quali posture (Asana), gesti (Mudra), contrazioni (Bhanda), tecniche di purificazione (Satkarman) e tecniche legate all'estensione dell'energia attraverso il controllo del flusso del respiro (Pranayama). Lo Yoga agisce attraverso questi elementi direttamente sul Pranayama-kosha (corpo energetico) influenzandone le correnti positive e negative. Queste, unendosi nel canale centrale detto Susumna (corrispondente alla spina dorsale) risvegliano l'energia Kundalini, la quale, risalendo al suo interno e stimolando ad uno ad uno tutti i centri di energia (chakra), risveglia le potenzialità nascoste dell'uomo (Siddhi), fino ad arrivare al centro più importante situato nell'area del cervello (Sahasrara chakra). Il risveglio del settimo chakra (Sahasrara, Loto dei mille petali), provoca il perfetto equilibrio e la liberazione suprema. Il primo chakra (Muladhara, Radice) è congiunto (yoga) al chakra della corona (settimo).
Il percorso che progressivamente porta a conquistare questa condizione finale di totale beatitudine è costituito dall'ashtanga-yoga, lo "yoga dalle otto membra".
Si tratta di un cammino a otto tappe che prescrive norme di comportamento e tecniche psicofisiche mediante le quali lo yogin procede nella sua ascesa spirituale e sperimenta in maniera sempre più
sottile la pratica di ekagrata: la "concentrazione su un solo punto".
Gli otto livelli dell'ashtanga-yoga sono , nell'ordine:
1) Yama, "astensioni": astenersi dalla violenza, dalla bugia, dal furto, dall'attività sessuale, dal possesso delle cose.
2) Niyama, "osservanze": purificazione ( mentale e fisica ), contentezza, ascesi, dedizione allo studio e alla preghiera, abbandono al Signore.
3) Asana, "posture": la postura nello yoga deve essere stabile ed agevole. Questo si ottiene eliminando ogni sforzo e cercando di superare l?identificazione con il proprio corpo.
4) Pranayama, "controllo del soffio vitale": il respiro deve diventare lungo e sottile e la padronanza delle sue diverse fasi ( inspirazione, espirazione, ritenzione ) estremamente precisa e consapevole, dal momento che il respiro assoggettato influisce sull'unintenzionalità del pensiero.
5) Pratyahara, "ritrazione dei sensi": i sensi cessano di esercitare la loro funzione estroversa, e si unificano rivolti verso l'interno.
A questo punto lo yogin, raggiunto un primo stadio del processo di dissociazione dal mondo che lo circonda, può affrontare gli ultimi tre livelli dell'ashtanga yoga, che consistono in un ulteriore riduzione delle possibilità di distrazione attraverso l'affinarsi della percezione interiore. Considerati nel loro insieme essi prendono il nome di Samyama.
6) Dharana, "concentrazione": la mente fissa l?attenzione su un unico punto, che può essere una parte del corpo come ad esempio la cavità del cuore , o un'immagine come ad esempio il sole o una divinità, e cerca di mantenersi legata all'oggetto senza discostarsene, tornandoci ogni volta che un pensiero estraneo insorga a distrarla.
7) Dhyana, "meditazione": il flusso dell'attenzione all'oggetto diviene costante e uniforme, senza più increspature.
8) Samadhi, "estasi": la mente completamente svuotata di ogni contenuto si dissolve nell' oggetto della meditazione, in un processo in cui soggetto, oggetto e conoscenza dell'oggetto vengono a coincidere.
GLI ASANA DELLO HATHA YOGA
Le idee che stanno alla base di un qualsiasi asana sono:
La parola Hatha significa anche "forza, volontà, sforzo" e perciò implica che ogni sua manifestazione, anche se apparentemente dolce, tranquilla e rilassante, in effetti non si sposa con la debolezza e l'inedia. I veri maestri di Hatha Yoga sono persone attivissime ed estremamente volitive e non lasciano spazio alcuno all'ozio, in quanto vero nemico dello yoga.
Una seduta di asana è in effetti un momento che noi dedichiamo a noi stessi, in cui cerchiamo di capire il nostro corpo e di instaurare con lui un vero e proprio dialogo mentale affinchè esso non si ribelli ai nostri desideri. In questo senso, gli asana non potranno mai essere violenti e "di forza" perchè, se così fosse, il corpo si ribellerebbe irrigidendosi e, in estremo, provocando danni a se stesso.
Ma pensare che il corpo debba essere trattato con estrema delicatezza, non richiedendogli nessun ulteriore impegno, oltre a quello comunemente fornitoci, significa renderlo padrone del gioco e quindi nemico di ogni progresso. Al che, vedendo la mancanza di un qualsiasi progresso, per noi gli asana diventerebbero un bel gioco che porterebbe alla noia in poco tempo.
Ecco quindi che, come in tutte le negoziazioni, anche con il corpo occorre arrivare a dei compromessi. Da una parte occorrerà farselo amico, dall'altra parte occorrerà dirigerlo guidando il gioco.